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Tipologia di accesso
Programmato
Durata
3 anni
Crediti
180
Sede
FIRENZE
Struttura
Medicina Sperimentale e Clinica
Classe di laurea
L/SNT3 - Classe delle lauree in Professioni sanitarie tecniche
Lingua
Italiano


1. Il Quadro delle attività formative è allegato al presente documento.


Sbocchi occupazionali e professionali
I laureati in Tecniche di Laboratorio Biomedico possono trovare occupazione in strutture di laboratorio pubbliche o private, sia in regime di dipendenza che libero professionale.
In particolare gli sbocchi occupazionali sono individuabili:

• nelle diverse aree specialistiche dei laboratori ospedalieri ed extraospedalieri appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale e nelle analoghe strutture private e degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS);
• nei laboratori di controllo di qualità in campo biomedico e dell'industria farmaceutica;
• nelle industrie di produzione e agenzie di commercializzazione operanti nel settore della diagnostica di laboratorio;
• nei laboratori di analisi e controllo delle Agenzie Regionali della Prevenzione e Protezione dell'Ambiente;
• nei laboratori di ricerca universitaria ed extrauniversitaria del settore biomedico.
• nei laboratori di analisi degli Istituti Zooprofilattici


1. Il corso appartiene alla classe III delle “professioni sanitarie tecniche diagnostiche”( L/STN/3).
Il laureato in tecniche di laboratorio biomedico è il professionista sanitario cui competono le attribuzioni previste dal DM 745 del…26/9/1994 e successive modificazioni e integrazioni. Il laureato responsabile del risultato analitico conseguito e garantisce la qualità del processo analitico.
Il tecnico sanitario di laboratorio biomedico è il professionista sanitario che effettua in autonomia analisi biomediche e biotecnologiche a scopo diagnostico nei laboratori di analisi e di ricerca in particolare di biochimica clinica e biologia molecolare, genetica medica, di microbiologia clinica , di farmacotossicologia, di immunologia, di patologia clinica, di ematologia, di citologia, di istopatologia, di parassitologia; è responsabile del risultato analitico conseguito e garantisce la qualità del processo analitico.
Le sue funzioni sono: diagnostica; gestione; formazione ; ricerca ;ricerca sperimentale; consulenza; prevenzione; educazione alla salute.
In particolare il laureato deve essere in grado di pianificare gestire e valutare l’intervento diagnostico prescritto ai fini della prevenzione, della diagnosi, della cura e del follow up; secondo procedure, protocolli e istruzioni operative nei diversi settori scientifico/disciplinari della diagnostica di laboratorio monitorando le risorse strumentali disponibili; produrre emocomponenti trasfusionali; valutare la corrispondenza delle prestazioni erogate agli indicatori e standard di riferimento; gestire il rischio biologico/chimico; fornire indicazioni sulle modalità di prelievo, trasporto e conservazione dei materiali biologici da analizzare e sul significato diagnostico degli analiti; analizzare il proprio fabbisogno formativo; progettare e realizzare interventi formativi anche in collaborazione con altri professionisti; garantire la corretta applicazione dell’indicazione diagnostica prescritta; svolge attività di formazione e autoformazione nei confronti di studenti; personale neoassunto o personale di supporto; sviluppare attività di ricerca finalizzata alla produzione di nuove conoscenze per il miglioramento continuo della qualità della prestazione; favorire l’integrazione professionale e partecipare a gruppi di lavoro interdisciplinare volti alla diagnosi, alla prevenzione e alla cura del cittadino, favorire la consulenza per lo sviluppo dei servizi.

2.Il curriculum del corso d laurea prevede attività formative finalizzate all'acquisizione di conoscenze e competenze specifiche, riferite alle funzioni di cui al precedente comma.
I laureati in Tecniche di Laboratorio Biomedico, ai sensi dell’articolo 6, comma 3 del Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni, ai sensi della legge 26 febbraio 1999, n.42 e ai sensi della legge n. 251 del 10 agosto del 2000, articolo 3 comma 1 sono professionisti sanitari dell'area tecnico-diagnostica. Svolgono con titolarità e autonomia professionale le procedure tecniche necessarie all'esecuzione di metodiche diagnostiche su materiali biologici o sulla persona, espletando le funzioni individuate dalla norma istitutiva il profilo professionale e il codice deontologico; utilizzano metodologie di pianificazione riferite all'applicazione della diagnostica in ogni circostanza di diagnosi cura e follow up.
I laureati in Tecniche di Laboratorio Biomedico devono inoltre acquisire conoscenze e capacità nel setrtore di attività degli istituti di zooprofilassi e nel settore delle biotecnologie.
Il laureato in Tecniche di Laboratorio Biomedico è dotato di un’adeguata preparazione nelle discipline di base, tale da consentire la miglior comprensione dei più rilevanti elementi che sono alla base dei processi patologici che si sviluppano in età evolutiva, adulta e geriatria, sui quali si focalizza il loro intervento diagnostico. Devono inoltre saper utilizzare almeno una lingua dell’Unione Europea, oltre l’italiano,nell’ambito specifico di competenza e per lo scambio di informazioni generali.

3.il raggiungimento delle competenze professionali si attua attraverso una formazione teorica e pratica (tirocinio e laboratorio) che includa l'acquisizione di competenze comportamentali e che venga conseguita nel contesto lavorativo specifico, così da garantire , al termine del percorso formativo, la piena padronanza di tutte le necessarie competenze e la loro immediata spendibilità nell'ambiente di lavoro.

4. Il Corso di Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico si propone il conseguimento dei seguenti obiettivi formativi specifici:

4,1 AREA DELLA DIAGNOSTICA

a)Pianificare l’intervento diagnostico di laboratorio ai fini della prevenzione, della diagnosi della cura e del follow up.

• Valutare la priorità in base all'urgenza e all'emergenza
• Garantire la tracciabilità del campione
• Garantire la tracciabilità del processo diagnostico
• Garantire la funzionalità e l’efficienza delle tecnologie a disposizione
• Individuare la corretta metodologia analitica da seguire secondo le indicazioni diagnostiche dettate dalle evidenze scientifiche
• Programmare l'intervento diagnostico efficace tenendo conto delle risorse strumentali e dei tempi necessari per l'esecuzione
• Confrontare le risorse strumentali necessarie con quelle disponibili
• Ccontrollare e verificare il corretto funzionamento delle attrezzature e della strumentazione ad alta tecnologia presenti nei laboratori, effettuando le tarature necessarie, , provvedendo alla manutenzione ordinaria nonché alla eventuale eliminazione di piccoli inconvenienti .

b)effettuare analisi biomediche e biotecnologiche secondo procedure, protocolli e istruzioni operative condivise con altri professionisti nei diversi settori scientifico/disciplinari della medicina di laboratorio
• Valutare la conformità del prelievo effettuato
• Valutare la conformità della richiesta dell'intervento diagnostico
• Trattare campioni biologici secondo il tipo di ricerca da effettuare
• Analizzare il campione biologico monitorando le risorse strumentali disponibili secondo gli standard di qualità.
• in particolare analisi biochimiche e di biologia molecolare, microbiologiche e virologiche, di emocoagulazione, di tossicologia, di patologia clinica, di ematologia, di genetica, di immunometria, di cito-istopatologia, di anatomia patologica incluse le tecniche di riscontro diagnostico autoptico.
• selezionare e preparare gli emocomponenti da trasfondere,
• eseguire ed interpretare i test pre-trasfusionali, risolvere i problemi anticorpali
• preparare le sacche per nutrizione parenterale, le mescolanze di farmaci antiblastici nonché i preparati galenici e magistrali
• Processare i controlli di qualità interni ed esterni.


c)Valutare la corrispondenza delle prestazioni erogate agli indicatori e standard di riferimento.

• Verificare la corrispondenza del controllo di qualità agli std di riferimento
• Validare il risultato analitico conseguito in sede e a distanza
• Segnalare errori sistematici o casuali delle fasi operative
• risolvere i problemi diagnostici applicando le indicazioni prescritte nell'urgenza, nell'emergenza e nella routine;
• Orientare nella scelta delle indagini diagnostiche più appropriate al fine della diagnosi e della cura secondo le evidenze scientifiche
• Applicare indicazioni diagnostiche prescritte nel follow up al fine di garantire la continuità di cura

4.2 AREA DELLA RICERCA

• Scegliere opportuni campioni biologici
• Scegliere i reagenti e le metodiche necessari al raggiungimento dell'obiettivo
• Ridefinire l'obiettivo della ricerca in base alla valutazione ottenuta
• Valutare l'efficienza dei reagenti in base al rapporto costo-efficacia
• Analizzare i campioni in oggetto di studio utilizzando metodiche diverse
• Valutare il risultato analitico conseguito in rapporto all'obiettivo della ricerca

4.3 AREA DELLE PROVE DI EFFICACIA

• Ricercare la letteratura sulla base dei quesiti emersi nella pratica di laboratorio;
• Analizzare criticamente la letteratura;
• Utilizzare nella pratica le migliori evidenze declinandole sulla base dei valori, convinzioni, preferenze per l’utente , delle risorse disponibili e del giudizio critico

4.4 AREA DELLA SICUREZZA E CONTROLLO DEI RISCHI NEI CONTESTI LAVORATIVI

• Adottare strategie di prevenzione del rischio chimico e biologico nell'applicazione delle metodiche analitiche
• Adottare strategie di prevenzione del rischio infettivo nell’utilizzo di materiali biologici, dei reagenti e nel rapporto con i pazienti;
• Attuare le norme di sicurezza di laboratorio nei comportamenti.
• applicare le principali normative in materia di Radioprotezione secondo i contenuti dell’allegato IV° del D.L. 25 Maggio 2000 n. 187.
• Utilizzare le pratiche di protezione dal rischio fisico, chimico e biologico nei luoghi di lavoro;
• Adottare le precauzioni per la movimentazione dei carichi;
• adottare precauzione nel gestire e trattare sorgenti radioattive non sigillate

4.5 AREA DELLORGANIZZAZIONE

• applicare la buona pratica di laboratorio e le leggi dello Stato che regolano l’attività laboratoristica
• applicare la normative e le problematiche etico-deontologiche connesse alla professione
• partecipare direttamente all’aggiornamento relativo del proprio profilo professionale e alla Ricerca.
• partecipare alla programmazione e organizzazione del lavoro, compresa l’analisi dei costi e l’introduzione di nuovi materiali e tecnologie, per l’attività diagnostica e produttiva
• collaborare all’individuazione e all’elaborazione degli indicatori quali-quantitativi utilizzati dal Servizio
• comunicare efficacemente con tutta l’equipe del laboratorio, con il proprio gruppo di lavoro, con altre figure sanitarie, con i fornitori di diagnostici e di tecnologie analitiche e con il pubblico.

4.6 AREA DELL'EDUCAZIONE AL MANTENIMENTO DELLA SALUTE E DELLA PREVENZIONE

• Progettare e realizzare con altri professionisti interventi informativi ed educativi di controllo dei fattori di rischio rivolti al singolo e ai gruppi
• Fornire indicazioni sulle modalità di prelievo, trasporto e conservazione dei materiali biologici da analizzare
• Educare la collettività alla conoscenza del significato diagnostico degli analiti

4.7 AREA DELL'AUTOAPPRENDIMENTO

• accertare i bisogni di autoapprendimento confrontandosi con il mentor/tutor
• progettare un piano di apprendimento per gestire le attività formative professionalizzanti;
• elaborare il piano delle proprie proposte elettive (corsi e attività professionalizzanti);
• elaborare il proprio portfolio.

4.8 AREA DEI PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI

• Garantire la qualità delle prestazioni erogate in ogni percorso diagnostico- terapeutico individuato dal SSN.
• Attivare processi decisionali sulla base delle condizioni del paziente e dei referti diagnostici e dei valori alterati dei parametri;
• applicare e far applicare le procedure preparatorie agli esami diagnostici.


L’attività formativa viene svolta attraverso lezioni frontali, laboratori, seminari, lavori a piccoli gruppi anche con le tecniche del problem solving e di didattica per processi. Sono inoltre previsti laboratori di simulazione / esercitazioni, attività pratiche in strutture private e pubbliche che siano in possesso dei requisiti, delle attrezzature e degli strumenti necessari a guidare gli studenti durante l’apprendimento. I criteri di valutazione degli studenti dovranno consentire di misurare le conoscenze, le capacità e le abilità richieste per il conseguimento del titolo e puntualizzate nei cinque descrittori della conferenza di Dublino previsti per le lauree triennali.
Il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento sarà certificato attraverso il superamento degli esami previsti per ogni insegnamento del corso di studio con la conseguente acquisizione dei relativi crediti formativi universitari (CFU). A tal fine i Docenti dei Corsi dovranno presentare i loro programmi, tenendo conto delle esigenze curriculari, distinti per aree di apprendimento con l’indicazione delle competenze richieste. Verrà inoltre favorita l’integrazione dei programmi.
Gli insegnamenti sono costituiti da uno o più moduli didattici coordinati, svolti anche da più docenti, con un unico esame finale. In ogni caso, il numero massimo degli esami da superare per accedere alla prova finale per il conseguimento della laurea è di 20. Per il conseguimento della conoscenza della lingua straniera è prevista una idoneità.
Ai sensi dell’art. 5, comma 7, del DM 270/2004, sono riconoscibili eventuali abilità professionali certificate, nonché ulteriori conoscenze e abilità maturate in attività formative cui l’università abbia concorso, purché attinenti al percorso didattico e in termini rigorosamente individuali, fino a un massimo di 60 crediti, fatti salvi i casi di coloro che hanno ottenuto il riconoscimento professionale di percorsi formativi precedenti ai sensi della legge n. 42/99.
Le attività formative professionalizzanti sono svolte per un numero di CFU non inferiore a 60 nella forma di tirocini, laboratori e attività pratiche condotte in strutture adeguate per dimensioni e caratteristiche tecniche all’attività prevista e al numero degli studenti. Per conseguire la laurea lo studente deve aver acquisito 180 crediti.


Possono essere ammessi al Corso di Laurea candidati in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di altro titolo di studio conseguito all'estero, riconosciuto idoneo dagli organi competenti.
Il corso è ad accesso programmato nazionale. Il numero di studenti ammissibili è determinato annualmente dal MIUR previa valutazione da parte della Scuola di Scienze della Salute Umana delle risorse strutturali, strumentali e di personale disponibili per il funzionamento del corso.
Per l'accesso al corso di studio è richiesta una preparazione di base nelle materie di ambito chimico, biologico, matematico e fisico; detta preparazione sarà verificata contestualmente al test di ammissione. Se la verifica non è positiva, agli studenti iscritti a seguito della procedura selettiva, saranno indicati specifici obblighi formativi aggiuntivi da soddisfare nel primo anno di corso mediante la frequenza ad attività di recupero organizzate dalla Scuola. Il valore al di sotto del quale la verifica è ritenuta non positiva nonché la modalità di erogazione delle attività di recupero (in presenza, FAD, blended) è indicato annualmente nel bando per l'ammissione al corso tenuto conto dei criteri di ammissione indicati nell’apposito Decreto Ministeriale.
Il perfezionamento dell'ammissione al corso è subordinato all'accertamento medico dell'idoneità psico-fisica per lo svolgimento delle funzioni specifiche del profilo professionale, che l'Ateneo si impegna a effettuare entro il primo semestre di attivazione del corso e comunque prima dell'inizio delle attività di tirocinio. L'Università si riserva di verificare, in qualsiasi momento, la persistenza delle condizioni di idoneità psico-fisica dello studente su segnalazione del Direttore delle Attività Formative del Corso di Laurea. Gli studenti idonei saranno sottoposti alla sorveglianza sanitaria prevista dalla normativa vigente, da parte del medico competente.